Edwin Beeler ha realizzato un film molto bello.

Con molta sensibilità  ha saputo riprodurre la sofferenza, il dolore, la solitudine e l'impotenza dei nostri ex bambini collocati in istituto. Sono immagini che toccano direttamente il cuore.  Incorporando anche le vicissitudini  crudeli che i "figli delle streghe" hanno dovuto sopportare nel Medioevo, il film assume anche una dimensione storica in un contesto temporale più ampio.

Le persone non conformi - allora erano le "streghe" e i loro "figli delle streghe" - oggi quelle afflitte dalla povertà e rifiutate dal sistema, i figli illegittimi, le loro madri, i migranti ecc., fanno fatica ancora oggi. È come se ci fosse un filo rosso che attraversa l'umanità nel tempo.

Semplicemente non siamo in grado di superare questa malvagia ricorrente stigmatizzazione di "essere diversi".

Spero vivamente che il film contribuirà non solo a sviluppare sentimenti di tolleranza per le persone deboli e per quelle a rischio di esclusione, ma che riuscirà

anche a far emergere nelle coscienze individuali e collettive la comprensione del PERCHÉ!